I comuni del Veneto e Friuli Venezia-Giulia hanno chiesto il rimborso dell’imposta di concessione governativa sui cellulari corrisposta dal 2006 al 2008, prima all’Agenzia delle Entrate quindi – vittoriosamente – davanti alle commissioni tributarie provinciali.

La stessa pretesa può essere vantata anche dai privati che abbiano sottoscritto un abbonamento per il cellulare (non quindi tessere ricaricabili): in soldoni, € 12,91 a bimestre.

La tassa era stat introdotta nel 1990, a tutt’oggi corrisposta sia dal settore pubblico che dai privati che usufruiscono dei servizi in abbonamento. Lo Stato concede l’uso dell’etere in cambio di una quota fissa ogni due mesi.

Tuttavia, il nuovo codice delle telecomunicazioni (d.lgs. n. 259/03) ha disposto la liberalizzazione delle forniture dei servizi di telefonia mobile su tutto il territorio. Giuridicamente, l’oggetto della imposizione è il contratto di abbonamento, che sostituisce la licenza di cui all’art. 318 d.P.R. n. 318/73 (abrogato dall’art. 218 del decreto legislativo n. 259 cit.).

Deficitando la licenza, cade il presupposto impositivo, con la conseguenza che le somme pagate medio tempore sono illegittime, stando alla giurisprudenza che – sinora – si è espressa in materia.

Da Il Sole 24 Ore del 2/4/2010