Gentile Avvocato Ciucio, siamo una coppia oramai in crisi che ha deciso di comune accordo di separarsi con una separazione consensuale. All’udienza deve necessariamente essere presente un avvocato? Vorremmo evitare una spesa che ci sembra davvero non giustificata. Grazie buona giornata.
Che la spesa di un legale in una causa di separazione consensuale sia percepita come inutile è cosa certamente comprensibile, ma solo se ci si pone idealmente dal punto di vista di chi mastica poco di diritto di famiglia e/o di aule di Tribunali. Difatti, non sono pochi i clienti che spesso vengono in Studio dal sottoscritto lamentando ex post di aver firmato condizioni consensuali del cui contenuto erano poco informati o che – più semplicemente – avevano avallato frettolosamente. Ecco quindi perchè tante volte mi ostino a ripetere ai miei assistiti che il danaro speso per l’assistenza legale (anche – anzi, direi soprattutto -) in ipotesi consensuale è speso bene: non si tratta di semplici “foglietti” da firmare con leggerezza, e poi via per nuove avventure. Quei “foglietti” sottoscritti davanti ad un Giudice possono poi rivelarsi molto più “pericolosi” di quanto non preventivato (ed accettato pur di “fare in fretta”).
Nel merito processual-civilistico, l’assistenza ed il patrocinio di un difensore è espressamente previsto dall’art. 707 del codice di procedura civile, voluto in tema di separazione cd. giudiziale (id est quella contenziosa). L’art. 711 c.p.c., invece, regola la separazione cd. consensuale (id est quella in un’unica udienza, più celere), non prevedendo tuttavia la necessaria assistenza di un avvocato.
E’ da segnalare, tuttavia, che non pochi Tribunali ritengono che le norme dettate in materia di separazione giudiziale siano estensibili analogicamente (stante la cd. eadem ratio) anche alla separazione consensuale.