La Cassazione penale scrive una sentenza in tema di difesa legittima putativa – n. 3464/2010 – affermando che è scriminato chi uccide convinto di agire per difesa legittima solo quando l’errore è scusabile.

Chi offende un bene giuridico (nel caso specifico, la vita) credendo di difendere se stesso, godrà dei benefici di legge soltanto se l’errore sia stato determinato da un effettivo stato di cose tali da portare chiunque, secondo l’id quod plerumque accidit, ad errore. Ciò che differenzia la difesa legittima putativa da quella reale è il fatto che nella prima la situazione di pericolo è soltanto supposta dall’agente che sbaglia nella percezione dei fatti, alterandoli oltre misura.

L’imputato aveva eccepito in giudizio la causa di giustificazione cercando di discolparsi da un omicidio per avere ucciso un uomo al termine di una lite poi degenerata.