Gentile Avv. Ciucio, sono un pensionato a dir poco inferocito poichè recentemente ho ricevuto a casa ben otto multe per il famoso Ecopass di Milano, tutte per il varco di Corso Magenta. Ho letto parecchio su internet sul da farsi, ma non so ancora che pesci prendere. Prefetto o GdP? Oppure sarò costretto a chiedere un prestito? Saluti (Sergio, via mail)

Caro Sergio, andiamo con ordine.

Non credo tu debba chiedere un prestito; se hai commesso le “infrazioni” prima dell’estate, non dovrebbero sorgere problemi di sorta poichè il cartello all’ingresso del varco-Magenta non era corretto: divieto di transito (ergo facilmente identificabile dall’utenza con il servizio-Ecopass) al posto del divieto di accesso.

Questo è a tal punto vero e giusto che recentemente il Comune è corso ai ripari affiggendo al vecchio segnale verticale adesivo stampato col nuovo divieto. Pertanto, la tua presunta infrazione dovrebbe essere annullata in autotutela, e ciò vale sia che presenti ricorso al Prefetto sia che tu faccia opposizione innanzi al Giudice di Pace di Milano. Per autotutela, in parole povere s’intende un atto del Comune di Milano vòlto a “cancellare” gli effetti di un altro provvedimento precedente non ritenuto più percorribile per sopraggiunta mancanza totale di pubblico interesse ovvero per manifesta nullità dello stesso.

Qualora tu optassi per il ricorso gerarchico, occorre solo che tu sappia che generalmente il Prefetto (specialmente nelle grosse aree metropolitane) non chiama il ricorrente, come al contrario accade per il GdP; di conseguenza, dovrai nel primo caso attendere a volte un anno per poter essere sicuri dell’enuclearsi di un provvedimento vero e proprio (di silenzio-assenso).

Consiglio infine di conservare – in ipotesi di ricorso prefettizio – con MOLTA cura copia di quest’ultimo con allegati cartolina dell’avvenuto ricevimento e cartolina attestante l’invio. E’ spesso successo che a distanza di qualche anno si presentasse l’ente impositore a bussare alla Vostra porta per chiedervi il pagamento di una cd. “cartella”, in quanto il silenzio-assenso del Prefetto non era stato comunicato per tempo. Saluti