Nel valutare aggravanti ed attenuanti, i reati uniti dal vincolo della continuazione vanno soppesati autonomamente, considerandosi come fatti distinti; così sentenziano le Sezioni Unite, con sentenza n. 31/2009.

   Il caso era quello di un ventenne il quale, dopo una rapina a danno di due minorenni, aveva rubato un’autovettura per la fuga, resistito all’arresto da parte di un carabiniere, investito un brigadiere e cagionato lesioni personali ad un appuntato. La Corte d’Appello aveva negato all’imputato l’attenuante dell’avvenuto ristoro dei danni e della particolare tenuità degli oggetti asportati. Le SSUU richiamano un arresto della Corte Costituzionale (n. 15/1987), ove era statuito che allorchè l’unificazione fosse un danno per l’imputato, si dovesse operare la scissione.

   La Corte rileva come “ciò che connota e distingue il reato continuato è solo la valutazione quoad poenam”.